sabato 10 marzo 2012 10:03:00
“Journey to the heart of Islam”(viaggio nel cuore delll’Islam):
così si intitola l’esposizione speciale di questi mesi al British museum, aperta fino al 15 aprile.
Racconta il pellegrinaggio alla Mecca (Hajj), considerato uno dei cinque pilastri di questa grande religione. Pellegrinaggio osservato, assaporato e contemplato con lo sguardo inglese. Ed è una lezione di lettura delle cose, specie se avvolte dal mistero o dalla barriera dell’alterità.
Uno sguardo concreto, pragmatico, aderente ai fatti si ispira così ad una regola d’oro: “La comprensione ha sempre bisogno di un minimo di simpatia”.
Lo si ritrova anche nella stessa lingua inglese, che usa particolarmente il present continous (presente continuo), modo verbale di toccare il tempo dell’azione con l’aderenza di un guanto. O alla BBC, dove il presentatore non è mai esterno ad un avvenimento, ma se parla di pesca subacquea si presenta in tuta da subacqueo o se invece tratta di guerra vi porterà direttamente in prima linea.
Questo per aiutare l’ascoltatore a non essere mai superficiale o distratto, ma a get involved cioè a immergersi nella realtà come nell’acqua del mare. Si ritrova, così, il caso di Sir Richard Burton, che sponsorizzato dalla Royal Geographical Society e travestito da medico afgano partecipò all’Hajj, avventura spirituale esclusiva per i musulmani, divenendo poi famoso nel 1853 in tutta l’Inghilterra con la pubblicazione di un libro.
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