Scalabrini Fathers
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martedì 21 febbraio 2012 13:59:00

 2012 anno vocazionale dei missionari scalabriniani (www.scalabrini.org)

Tu sei giovane
Scusami, se mi permetto di prendere
un po’ del tuo tempo, della tua
libertà, ma è per pensare insieme
all’avvenire che ti attende e all’avvenire
del mondo in cui viviamo.
Tu sei intelligente, forte, sensibile, desideroso
di camminare nella vita, di andare
avanti, lontano... chissà dove. Sei ansioso,
giustamente, di vivere da protagonista e
stai facendo i tuoi studi. La tua vita è già,
probabilmente, un progetto chiaro o forse
no... Ti domandi, ti senti incerto se rimanere
nei tuoi confini, nel tuo mondo
di interessi e di relazioni, costruito da te
pezzo per pezzo.
Ma prova a riflettere. Non avresti, veramente,
mai pensato che altri orizzonti,
ben più vasti, potrebbero attenderti? E
questo per dare un senso vero, vivo e impegnato
alla tua vita... Forse, Dio stesso,
come per Abramo, ti invita misteriosamente
e ti chiede di aprire porte e finestre
della tua casa, del tuo Paese, di te stesso,
per darti agli altri e fare della tua vita un
dono a tanti.
Sì, la vita di un giovane è fuoco. Un fuoco
che brucia, consuma, fa meraviglie, sorprende
e incanta chi sta attorno per l’entusiasmo
e le sue infinite energie. Ma potrebbe
essere di più: un fuoco che riscalda
e illumina, una presenza confortante che
sa rendersi utile... Forse, la tua vita potrebbe
essere questo.
Hai conosciuto, probabilmente, una ragazza.
Hai capito quanto è dolce un rapporto
a due, in cui l’altro ti scopre e ti apprezza,
ti ama e ti ripete con una fiducia senza misura:
Tu sei un tesoro per me! Hai, forse,
vissuto l’ebbrezza dell’amore, di qualcuno
che ti ha conquistato il cuore, il corpo e
l’anima e ti ha fatto come toccare il paradiso,
in due... Ma, pensa, se queste parole
te le dicesse proprio Dio: “Tu sei unico per
me, tu sei veramente prezioso ai miei occhi”
(cfr. Is 43,4)?!
E se ti chiedesse, in nome suo, di ripeterlo
ad altri? A chi vive una vita di rifiuto,
di emarginazione. A chi vive il dramma di
essere sradicato dalla sua terra, dalla sua
cultura, dalla sua storia come lo è un migrante,
un rifugiato, un rifiutato dagli altri.
Sì, tu potresti essere segno dell’amore di
Dio in mezzo a questo popolo di migranti.
E sono milioni e milioni che si muovono,
oggi, nel mondo, con nazionalità e culture
le più differenti.
Attendono un pastore, come segno di presenza
e di coraggio da parte di Dio. Attendono
te.
Potrai, così, vivere con loro una virtù immensa:
la compassione. Conoscerai e proverai
la sofferenza che accompagna chi ha
lasciato la propria terra, perché, come una
giovane pianta, ne è stato sradicato dalla
miseria, dal bisogno o dalla persecuzione.
E cammina nelle nostre ricche società, ferito
fino in fondo all’anima dall’ingiustizia,
dal disprezzo o dall’esclusione.
Ma quanto sarebbe felice se sulla strada
della propria sventura incontrasse te come
un buon samaritano che si prenda cura di
lui. Potrebbe diventare questa la tua passione,
la tua missione: accompagnare comunità
cristiane delle più diverse culture
nella loro instancabile ricerca di pane e
di dignità. Imparerai altre lingue, potrai
essere un leader con loro e per loro e, in
questo, mettere tutte le tue forze, la tua
intelligenza, il tuo cuore e il tuo senso di
giustizia. In fondo, se vuoi essere grande,
sii intero.
Condurrai, così, un popolo che ha fatto
sua patria il mondo e sarà per loro come
un nuovo cammino di Emmaus... Potrai riscaldare
il loro cuore, rileggere insieme la
loro storia fatta di sofferenza, di speranza
e di coraggio immensi. Saprai accompagnare
la loro ricerca, spezzare il pane della
loro cultura e della loro avventura per
condividerlo con coloro che li hanno accolti.
Il cammino dei migranti, infatti, è vita
e morte intrecciate fra di loro: cammino
pasquale che trasforma. Così, imparerai tu
stesso a spezzare la tua vita, le tue idee,
la tua stessa cultura per far vivere altri,
ricordandoti che come per ogni discepolo
del Signore è perdendoti che ti ritroverai, è
donandoti che potrai vivere.
Sì, oggi viviamo tutti in una società globalizzata.
Dappertutto uomini e culture
lontanissimi, che forse un tempo si scontravano,
convivono e si ritrovano insieme.
Preparare gli animi e le mentalità all’incontro,
conoscere e far apprezzare culture,
religioni, uomini tanto diversi, guarirli
dalla diffidenza, dal disprezzo o dalla paura
dell’altro: ecco un compito attualissimo,
indispensabile, il tuo!
Insegnerai che cosa vuol dire accogliere.
Cioè, comprendere quanto sono preziosi
uomini o donne che provengono da orizzonti
lontani e differenti, perché non faranno
che arricchire la nostra stessa umanità.
Costruirai insieme con loro quell’unità fatta
della comunione delle nostre differenze,
non frutto dell’omogeneità, ed esalta
l’originalità di ognuno in nome dello Spirito
di Dio, che sempre sa costruire il miracolo
della comunione. Farai scoprire, in
fondo, a tutti la terra promessa da Dio: la
fratellanza e la solidarietà fra gli uomini.
Ti lascio, giovane carissimo, questo invito.
Fa’ della tua vita qualcosa di molto più
grande di quello che avresti mai pensato.
Avanza su acque profonde e non avere
paura! Se sentirai la voce di Dio e quella
di milioni di uomini che camminano... va’,
cammina umilmente insieme a loro!